Sogni di una Dottoressa by J.J. DiBenedetto

Sogni di una Dottoressa by J.J. DiBenedetto

autore:J.J. DiBenedetto
La lingua: ita
Format: epub
editore: Writing Dreams
pubblicato: 2017-01-16T00:00:00+00:00


Dieci: Night Shift: Turno di Notte

(3-5 settembre, 1991)

Joseph e Mary mi lasciano davanti Drake Tower. Continuo a chiedermi se sia giusto chiederlo, ma quando esco dalla macchina, lo sputo fuori: “Voi – so che vi chiederei molto – ma se Janet lo volesse, lascereste che – potremmo far qualcosa per sua madre a casa vostra?”

“Una veglia funebre?” chiede Mary.

Suppongo di sì. “Qualcosa del genere. So che non la conoscete abbastanza, ma non penso – seppur lo voglia – non penso che l’ organizzerebbe nell’ atro dello studentato e non mi viene in mente nessun altro posto”.

Sembrano capire entrambi. “Certamente”, dice Joseph, e anche Mary concorda. Li ringrazio, chiudo lo sportello e li saluto mentre vanno via. Potrebbe essere la mia immaginazione, ma penso che Mary mi stia fissando dallo specchietto retrovisore mentre si allontana. Penso che farei lo stesso al suo posto.

Sono lieta che nessuno di loro mi abbia chiesto del funerale di Margaret. Avrei dovuto mentire loro dicendo di non sapere nulla, sebbene io sappia perfettamente quali fossero le sue volontà. Non ce ne sarà, presumendo che Janet rispetti la volontà di sua madre, e sono certa che lo farà.

Spero sia su nella sua stanza. Odio pensare che sia seduta tutta sola in obitorio in una fredda, sterile stanza con il corpo di sua madre, e il pensiero che vaghi senza meta per il campus mi spaventa a morte. Entro, punto dritta all’ascensore e salgo al terzo piano. Busso, busso e busso ancora o dopo circa cinque minuti la porta si apre.

Le luci sono spente e le tendine abbassate, ma vi è sufficiente luce solare che filtra dagli angoli della finestra per poter vedere. Janet è già a letto, seduta e con lo sguardo perso nel vuoto.

“Janet? Io – mi dispiace tanto”.

Non mi ringrazia. Resta seduta con in mano qualcosa – una lettera. Mi avvicino e mi siedo sul letto affianco a lei. Vedo che non l’ha ancora aperta. Restiamo entrambe sedute, in silenzio, per mi sembra parecchio tempo. Poi, senza parlare e nemmeno voltarsi verso di me, mi consegna la lettera.

Conosco già il contenuto. L’ho letta. Potrei recitargliela a memoria senza aprirla. La prendo, e chiedo, “Sei sicura?”

Lei sussurra, “Ti prego”, continuando a non guardarmi.

Apro attentamente la busta ed estraggo la lettera. È esattamente quella che ho visto in sogno, parola per parola. Inizio a leggerla ad alta voce, molto dolcemente. La voce mi si rompe; è molto difficile continuare , ma devo farlo per Janet. Spingo fuori dalla mia mente ogni pensiero circa come dovrei sentirmi – questa cosa riguarda lei, non me.

“Se avessi altri cinquant’anni da vivere, ti direi ogni giorno quanto sia fiera di te, ma persino ripetertelo per cinquant’ anni non sarebbe abbastanza. Hai già raggiunto così tanti obiettivi, e tanti altri ancora ne raggiungerai nella tua vita”. Janet si appoggia a me, mi abbraccia. Continuo, e ora siamo entrambe in lacrime.

Quando ho finito, dopo aver letto le ultime volontà di Margaret, stringo forte a me Janet, e restiamo lì sedute insieme per non so quanto tempo.



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